Droga ed estorsioni, operazione antimafia nel Brindisino: 22 arresti in tutta la Puglia

4' di lettura 18/07/2023 - I carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori "Puglia" e del Nucleo Cinofili di Bari e Potenza, hanno condotto una articolata operazione antimafia che ha portato all'arresto di 22 persone

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, violenza privata, lesioni personali, estorsione, ricettazione, danneggiamento seguito da incendio ed autoriciclaggio, tutti aggravati dal metodo mafioso, produzione, coltivazione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e violazione degli obblighi inerenti alla Sorveglianza Speciale.

Le misure cautelari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia salentina, sono state eseguite a San Vito dei Normanni, Mesagne, Carovigno, San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna, Fasano, Brindisi, Lecce, Taranto, Foggia, Trani e Corato.

L'indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, trae origine dal tentato omicidio di un sorvegliato speciale, avvenuto la sera del 5 luglio 2020 a Latiano. La vittima, per puro caso e grazie alla prontezza di riflessi, venne solo sfiorato da una raffica di colpi calibro 9, trovando rifugio dietro le mura della propria abitazione. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il tentato omicidio è da inserirsi all'interno delle dinamiche relative al controllo del territorio da parte di un gruppo mafioso capeggiato da Gianluca Lamendola, nipote di Carlo Cantanna, esponente della sacra corona unita condannato all'ergastolo per omicidio.

L'attività investigativa ha consentito di fare luce su una sistematica attività di consolidamento del potere di controllo di territori già sottoposti al clan capeggiato da Cantanna, ma contesi da altri gruppi affermatisi nelle more della detenzione di questo, attuata attraverso condotte funzionali a riappropriarsi con metodo violento e minaccioso degli spazi, organizzando e partecipando ad una serie di agguati armati, pestaggi e sequestri di persona nei confronti degli infedeli o di coloro che osavano ostacolarne l'espansione o fossero entrati in contrasto con gli interessi dell'associazione. Una volta consolidata la posizione su San Vito dei Normanni, affidata ad uno dei suoi referenti, appare probabile che gli indagati abbiano ampliato gli interessi dell'organizzazione affiliando altri referenti a Brindisi e Fasano.

Le indagini preliminari hanno permesso di acquisire importanti elementi sulla presunta attività di traffico di sostanze stupefacenti, quale core business dell'organizzazione, attraverso cui sarebbero stati accumulati ingenti capitali che poi, oltre ad essere redistribuiti alle famiglie dei detenuti, sarebbero stati interrati nei fondi adiacenti alla masseria di contrada Mascava, principale base operativa dell'associazione, situata in territorio di Brindisi ai confini con quello di Mesagne, San Vito dei Normanni e Carovigno. Sono stati, quindi, individuati canali di rifornimento della sostanza stupefacente, proveniente dalle province di Bari e Foggia, e tracciati i flussi per un quantitativo superiore a 50 kg. di sostanza stupefacente, fra cocaina, eroina, hashish e marijuana, successivamente, immessa, tramite i referenti di zona, sulle piazze di spaccio di San Vito dei Normanni, Brindisi, Carovigno, Fasano, San Pancrazio Salentino e Corato. Anche la sostanza stupefacente, come le somme di denaro, veniva interrata nell'area rurale di Contrada Mascava, potendo contare sull'assoggettamento dei proprietari dei terreni.

Le indagini hanno disvelato, inoltre, un collaudato meccanismo di copertura dei beni, o dei proventi, derivanti da delitto, attraverso l'investimento nell'acquisto di vetture da parte di concessionarie, riconducibili ai membri del sodalizio o ad esponenti in affari con l'organizzazione, in particolare nel traffico di sostanze stupefacenti. L'attività investigativa avrebbe consentito anche di riscontrare almeno cinque tentativi di estorsione in danno di imprenditori locali, che operano nel settore alimentare, della ristorazione e terziario, a cui era stata imposta la consegna di circa 500 euro mensili in cambio di protezione, cinque estorsioni consumate in danno di imprenditori, operanti nel settore della compravendita auto o commercio pellet, e di privati cittadini entrati in conflitto con gli interessi dell'organizzazione, per un totale di circa 19.000 euro.






Questo è un articolo pubblicato il 18-07-2023 alle 12:53 sul giornale del 19 luglio 2023 - 22 letture

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